Associare la parola movimento ai bambini è semplice e probabilmente scontato. Associare la parla allenamento lo è un po’ meno.
Cerchiamo di fare una distinzione, di tracciare un confine nelle attività sportive fra ciò che solo movimento rispetto a ciò che è anche allenamento.
Innanzitutto occorre spiegare che cosa significa in ambito sportivo la parola “allenamento“. Un termine che spesso viene utilizzato dai genitori, dagli allenatori e dagli stessi bambini ma che non sempre nella realtà viene messo in pratica.
Allenare un bambino significa aiutarlo a migliorare in tre ambiti:
- Coordinativo e tecnico (equilibrio, ritmo, orientamento, precisione tecnica…)
- Condizionale (forza, resistenza e velocità)
- Cognitivo (aiutarlo a raggiungere un’autonomia decisionale soprattutto negli sport di situazione o ricchi di strategia)
Allenamento bambini: Spesso gli allenatori lavorano con il “freno a mano tirato”
Esiste però una differenza enorme fra la teoria e la pratica, perché spesso il tempo dedicato e i contenuti degli “allenamenti” non sono sufficienti ad innescare un processo di miglioramento.
Le motivazioni sono spesso da ricercare nella complessità del ruolo dell’allenatore, in particolare alla difficoltà del far comprendere le dinamiche sportive (individuali e di gruppo) alle famiglie e poter così lavorare in completa serenità, non facendo semplicemente “muovere” i bambini, ma allenandoli in modo completo ed efficace.
Aggiornarsi, confrontarsi, mettersi in discussione sono elementi base per ogni buon allenatore, a cui spetta il compito di cercare sempre le migliori soluzioni motorie per i bambini.
I punti su cui dovrebbe focalizzarsi un allenatore per gestire un vero e proprio allenamento dei bambini (al contrario del semplice movimento) sono:
- Conoscere la fisiologia dell’allenamento in ambito giovanile
- Adeguare l’intensità all’obbiettivo, alzandola quando è necessario
- Non aver paura di far stancare i ragazzi
- Studiare le differenti tecniche di insegnamento per rendere più efficace possibile l’azione didattica
- Lavorare sull’organizzazione della classe per evitare tempi morti e inutili
- Studiare la metodologia dell’allenamento e tutti i parametri di lavoro
A volte gli allenatori, condizionati dalle mamme più apprensive, sono afflitti da mille dubbi quando decidono di aumentare l’intensità e vengono frenati da tanti timori spesso infondati e frutto di “voci popolari”.
La parola d’ordine deve essere allenarsi per migliorare e per questo l’impegno dei ragazzi deve sempre essere massimo, così come il supporto della famiglia.
Frequenza costante, intensità, attenzione, studio, personalizzazioni, programmazioni sono tutti termini che un buon allenatore dovrebbe applicare e pretendere.
A volte si pensa che l’unità di misura tempo sia sufficiente per capire quanto un ragazzo si sta allenando. Ci sono in realtà parametri fisiologici che bisogna conoscere per far sì che ogni singolo minuto sia utile ad incrementare le abilità del bambino.
Quindi, cari genitori assicuratevi che gli istruttori/allenatori a cui affidate i vostri figli e le vostre figlie siano validi e qualificati, e da quel momento in poi fidatevi di loro.
E cari allenatori, non smettete mai di studiare e cercate sempre di migliorarvi!
Se hai delle domande, lascia un commento qui sotto: ti risponderò il prima possibile!
Autore
Luca Dutto
Classe 1981, papà di Arianna e Vittoria, laureato in Scienze Motorie e sportive, istruttore di Karate, esperto di allenamento di bambini e ragazzi, ideatore del metodo ECross Kids, formatore internazionale.
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